Critica: La città del vento

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Feb 17, 2024

Critica: La città del vento

VENEZIA 2023 Orizzonti di Elena Lazic 31/08/2023 - VENEZIA 2023: Lkhagvadulam Purev-Ochir stupisce il Lido con il suo primo lungometraggio, che indaga cosa succede all'animo dei giovani

VENISE 2023 Orizzonti

di Elena Lazic

31/08/2023 - VENEZIA 2023: Lkhagvadulam Purev-Ochir stupisce il Lido con il suo primo lungometraggio, che indaga cosa sta accadendo all'animo dei giovani a Ulan Bator, la capitale della Mongolia

Questo articolo è disponibile in inglese.

Crescere è difficile ovunque tu sia. Ma riconoscere le circostanze specifiche presenti alla soglia tra l’infanzia e l’età adulta ci permette di guardare oltre i luoghi comuni e di riconoscere in pieno la violenza di quel momento così decisivo della vita. In City of Wind, opera prima del regista mongoloLkhagvadulam Purev-Ochir, la posta in gioco non è più alta per il protagonista Ze (Tergel Bold-Erdene) rispetto a qualsiasi altro diciassettenne, ma ci è dato di sentirli così intensamente, come se i nostri destini fossero in bilico.

Sarebbe sbagliato dedurre da questa descrizione che il film, presentato in anteprima nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia, sia in qualche modo sentimentale. Al contrario: uno dei motivi per cui ci preoccupiamo così tanto è il ritratto schiettamente onesto e completamente franco di Purev-Ochir della vita di Ze e delle sue contraddizioni, anche se a prima vista potrebbe non sembrare così pratico. Iniziamo in una tenda, osservando una figura maschile vestita con abiti tradizionali e con indosso una maschera che gli copre il volto, mentre parla con voce gutturale a un vecchio. Quest'ultimo è qui per chiedere consiglio allo spirito, chiedendogli aiuto per affrontare un figlio alcolizzato. La telecamera scruta lentamente i volti di tutti i presenti e non possiamo fare a meno di scrutarli per individuare qualsiasi segno di incredulità. Ma non ce n'è, e presto potremo sentirci catturati anche dal potere di questo rituale. Prima che il sentimento possa prendere piede pienamente, però, la cerimonia finisce e la maschera viene via: sotto il costume non c'era un adulto ma un ragazzino di diciassette anni, Ze, che non sembrava più mistico di chiunque altro lì riunito.

La coesistenza di fatti freddi e concreti e di misticismo è la dinamica centrale del film, la tensione dietro tutte le convulsioni della storia di Ze. Ma questo tema non viene reso manifesto con la mano più pesante che nella scena iniziale. Purev-Ochir mantiene una mano ferma ma delicata sul suo film, lasciando che siano i personaggi, piuttosto che qualsiasi intervento registico, a guidarlo dove deve andare.

In effetti, la questione tra spiritualità e pura razionalità implica la questione del potere, e la storia traccia il modo in cui Ze gestisce (e cede) la propria azione e controllo. All'inizio del film è uno studente e un figlio obbediente, che lavora duro a scuola e durante le cerimonie sciamaniche che coinvolgono tutta la sua famiglia. Quando si tratta di questo lavoro, tutti si comportano come colleghi che discutono di affari; eppure la madre, ad esempio, fa spesso offerte di latte o tè, chiedendo agli spiriti di proteggere i suoi cari. Anche se la famiglia viene pagata per il suo servizio, non può essere facilmente liquidata come bugiarda o ipocrita.

È un equilibrio difficile che si sgretola quando Ze incontra Maralaa (Nomin-Erdene Ariunbyamba ), una ragazza della sua età destinata ad un intervento al cuore e costretta dalla madre a prendere parte ad una cerimonia sciamanica. Quando la telecamera scruta il suo viso, vediamo dubbi, persino incredulità. Affronta Ze e, con sua grande confusione, il giovane fa sogni bagnati su di lei la notte successiva.

Ze potrebbe essere uno sciamano, ma è anche un ragazzo normale, e Purev-Ochir eccelle nel mostrare le diverse fasi della storia d'amore tra lui e Maralaa senza né sottovalutare né sopravvalutare la profondità del loro amore adolescenziale. La loro gioia sta nelle cose semplici, come uscire al centro commerciale o tingersi i capelli insieme. Quando provano a fare sesso per la prima volta e non funziona perfettamente, possono riderci sopra. Sono ragazzi moderni, ma Ze ha difficoltà a essere un ragazzo moderno. Da un lato, vedendolo rilassarsi, resistere agli insegnanti prepotenti e semplicemente divertirsi come non aveva mai fatto prima, è chiaro che sta sperimentando un tipo di felicità che fino ad allora gli era sconosciuta. Mettendo in discussione per la prima volta tutte le autorità e le aspettative, cresce proprio davanti ai nostri occhi. D'altro canto sente che la sua fede, il suo spirito, sono turbati da tutto questo divertimento irriverente. Non riesce a divertirsi ballando in discoteca, e quando vede che la sua famiglia e il suo quartiere, nella periferia più rurale di Ulan Bator, sono in difficoltà in sua assenza, si sente almeno in parte responsabile.